RINALDO
“Carmela Remigio come Armida per la consueta personalità forte, sicché entra tenendo al guinzaglio un paio di mostri, canta (e molto bene) «Furie terribili!» e il personaggio c’è già tutto” (Alberto Mattioli)
NORMA
«Carmela Remigio è una Adalgisa dal colore scuro, fiera e appassionata nello slancio vocale.» (Andrea Penna)
FAUST
«[…] Carmela Remigio, una Marguerite tenera, delicata, appassionata, ma anche capace di momenti di forte drammaticità.» (Paolo Petazzi)
MARIA STUARDA
«[…] e Carmela Remigio, una regale Elisabetta gelida ed algida quanto basta, ma piena di dubbi» (Lorenzo Tozzi)
FAUST
«Carmela Remigio […] ha toccato un vertice assoluto […] di quell’intensa, commoventissima umanità possibile solo a chi sappia trovare nel canto […] le più autentiche ragioni espressive.» (Elvio Giudici)
FAUST
«[…] è una sensibilissima Carmela Remigio a delineare, mutando gesto e voce, la vera evoluzione di Marguerite.»(Gian Mario Benzing)
IDOMENEO
«Carmela Remigio fa un’Elettra isterica, ma sempre musicalissima.» (Pierachille Dolfini)
MARIA STUARDA
«A Roma, Marina Rebeka, Stuarda, Carmela Remigio, Elisabetta. Spledide: due regine a confronto!» (Anna Bandettini)
MARIA STUARDA
«Carmela Remigio […] spiega una tavolozza di colori infinita, intreccia lirismo e sarcasmo anche nel pianissimo o nelle delicate fioriture» (Gian Mario Benzing)
IDOMENEO
«Elettra ha una psicologia più sfaccettata […]. E bravissima a renderla è Carmela Remigio, con la sua spiccata presenza scenica, voce piacevole, piena e duttile nelle sfumature.» (Francesco Ermini Polacci)
EVGENIJ ONEGIN
«Splendida la prova di Carmela Remigio nel ruolo di Tat’jana!» (Dino Villatico)
LA DONNA SERPENTE
«Compagnia vocale tutta di primo piano: da lodare i protagonisti Piero Pretti […] e Carmela Remigio, fata Miranda che conquista per le delicatezze e per gli scatti drammatici…»(Giorgio Pestelli)
EVGENIJ ONEGIN
«Su tutti svetta la voce di Carmela Remigio, struggente Tat’jana dalla voce penetrante e dai gesti commoventi, per la prima volta impegnata nell’opera in russo.» (Dinko Fabris)
NORMA
«Carmela Remigio merita la prima citazione, non solo perché ha una presenza quasi ininterrotta sulla scena e un impegno vocale proibitivo, ma anche per una performance che non esiteremmo a definire il momento più convincente a questo punto della sua carriera.» (Virgilio Celletti)
DON GIOVANNI
«…Donna Elvira, interpretata da una Carmela Remigio eccezionalmente appassionata, piena di rabbia verso il traditore, ma anche di tenerezza per l’amore perduto. La sua voce si è irrobustita, ma non ha perso ricchezza di agilità e sfumature, anzi…»
EVGENIJ ONEGIN
«Carmela Remigio è stata una incredibile Tat’jana -vera protagonista dell’opera- dolce e pensosa. Ha catturato il pubblico nella famosa scena della lettera e, mentre la musica esprimeva il crescendo emotivo della giovane donna, ha dilatato con maestria la parte finale della scena ai limiti di una tensione sconvolgente.» (Lorenzo Fiorito)
DON GIOVANNI
«…la Remigio ha timbro vellutato, voce piena, vibrato sodo e intonazione da manuale. Per i testi non c’è proprio bisogno di ricorrere al libretto. Primadonna quando era ancora una bambina a Salisburgo, ha mantenuto quel suo tratto da personaggio mozartiano, venato di malinconie, che avvolgendo le venti liriche suona perfetto.» (Carla Moreni)
EVGENIJ ONEGIN
«Carmela Remigio, al debutto nel proibitivo ruolo di Tat’jana, incanta e commuove per l’espressività di ogni frase (in russo, per di più). Basterebbero i 13 minuti di tour de force della ‘scena della lettera’, risolti con una padronanza rapinosa e la forza della sua presenza teatrale: più che applaudirla, la ringraziamo.» (Sandro Compagnone)
DON GIOVANNI
«…nessuna Anna può competere con Carmela Remigio, che […] è tornata quella delle mitiche recite ad Aix con Abbado e Peter Brook: linea vocale bella, ampia, sempre galleggiante su di un fiato controllato e proiettato benissimo, duttile materia per un fraseggio incandescente, solcato da venature di sensualità debordante, ad alimentare una torcia viva che brucia della stessa fiamma composita di Giovanni.» (Elvio Giudici)
DON GIOVANNI
«La perfezione vocale di Carmela Remigio (linea fluida, omogena e morbida ad ogni altezza o intensità, musicalità strumentale, legato perfetto, sgranatura impeccabile delle colorature) non è mai belluria autoreferenziale bensì mezzo per esprimere appieno quel mix di melanconia consapevole, estenuata amarezza, lancinante rinuncia, che di Anna sono i tratti davvero fondamentali e che sono stati resi al meglio da una grandissima artista.» (Elvio Giudici)
TOSTI, ROSSINI
«Il soprano pescarese […] si dedica dapprima ad una manciata di romanze di Francesco Paolo Tosti e poi a una scelta deliziosa di ‘fogli d’album’ dell’ultimo Gioacchino Rossini. Rivelando non solo il bel timbro caldo e la vocazione più lirica che drammatica della sua vocalità, ma anche una verve interpretativa che avvince per il dosaggio dei colori e la naturalezza dei fraseggi. E con questo Rossini ironia e divertimento sono garantiti.» (Enrico Girardi)
NORMA
«E lo stesso può dirsi per l’Adalgisa in chiave sopranile della bravissima Carmela Remigio. La sua voce si fondeva, negli esaltanti duetti, in modo perfetto con quella della Devia, all’unisono e pur dense di vibrazioni differenti, e il gusto nel canto della Remigio si confermava di altissima scuola. Voce tersa eppure palpitante di passione, do ambratissimi e lucenti, interpretazione accorata e tutta giocata sul filo di traboccante pathos ma al contempo di stile raffinato e sorvegliatissimo, hanno fatto di Carmela Remigio un’Adalgisa che si può definire di riferimento, assolutamente ideale per questa visione musicale di Norma.» (Nicola Salmoiraghi)
DON GIOVANNI
«Bravissima davvero Carmela Remigio, l’elemento migliore della serata, che torna al personaggio di Donna Elvira dopo solo un paio di mesi da un Don Giovanni scaligero dove invece era Donna Anna, ma mostra come detto sopra di aver fatto proprio il personaggio. Passata l’aria d’ingresso “Ah, chi mi dice mai”, dove è dovuta scendere a patti con la bassa tessitura, la sua prestazione è stata non meno che entusiasmante, quanto a voce sempre timbrata e omogenea in tutta la gamma: fanno fede il terzetto delle maschere e l’aria “Mi tradì quell’alma ingrata”, quest’ultima accolta da una meritata ovazione del pubblico.» (Ugo Malasoma)
MARIA STUARDA
«All’esordio in questo ruolo, Carmela Remigio ha fatto valere delle qualità elevatissime di cantante e di attrice nella continuità di una performance che ha colto in modo eccellente i variegati atteggiamenti della personalità della regina inglese nel trascorrere dei sentimenti, dall’ambiguo all’esaltato, dal sofferto al nostalgico, dal vendicativo al disperato alla fine, mai rinunciando all’orgogliosa affermazione del suo diritto al trono. E nella traiettoria di una vocalità belcantistica sovente molto ardita, la Remigio ha destato grande ammirazione per rigore e trasparenza di accenti, superbo stile, assoluta immedesimazione nel personaggio.» (Luigi Bellingardi)
LA DONNA SERPENTE
«La vocalità di Carmela Remigio calza a pennello Miranda. L’emissione è stata nitida e non forzata nella tessitura acuta che frequentemente Casella assegna alla parte della fata. La cura per la parola, maturata dalla cantante nella frequentazione del repertorio barocco, ha dato rilievo plastico allo stupendo monologo all’inizio del terzo atto (a detta dello stesso Casella, il momento migliore dell’opera). Nello spoglio recitar cantando di “Vaghe stelle dell’Orsa maggiore”, privo del sostegno dell’orchestra, il soprano ha mostrato naturalezza in uno stile vicino a Monteverdi, quasi improvvisato e apparentemente slegato da un rigore ritmico.» (Lodovico Buscatti)
L’INCORONAZIONE DI POPPEA
«Bellissimo timbro, musicalità di livello strumentale, dizione scolpita nel dare l’esatto valore di durata e peso sonoro all’alternarsi di consonanti e vocali, e impiegata come indispensabile mezzo per stendere una tavolozza fantastica di colori, accenti, chiaroscuri: ne esce un personaggio memorabile.» (Elvio Giudici)
L’INCORONAZIONE DI POPPEA
«[…] assieme all’amante Poppea, un’interessante Carmela Remigio. Il ruolo eponimo è prezioso ma limitato a pochi interventi, motivo per cui viene spesso integrato con il ruolo della Fortuna nel prologo. Un’usanza, quella di accorpare più ruoli, già in uso dalle prime rappresentazioni e che diventa un acuto gioco teatrale per i registi contemporanei. Carmela Remigio è risultata in perfetta forma, con una arcata vocale intonatissima, voce limpida e piacevole fino al duetto (forse non autografo) che conclude meravigliosamente l’opera.» (Fabio Tranchida)
L’INCORONAZIONE DI POPPEA
«Splendide le signore del canto antico […] Svetta Carmela Remigio, Poppea, composta eppur sensualissima nel trascorrere dai cromatismi insinunanti allo slancio di un immobile ripudio.» (Gian Mario Benzing)
MOSÉ IN EGITTO
«Rossiniana di rango, Carmela Remigio ha dato voce ed immagine emozionante al personaggio di Elcìa, un ruolo creato per la grande Isabella Colbran, con articolazioni serrate nel registro medio, frasi breve ed incisive e puntate nel registro grave. Nessuno potrà restituire testimonianza sonora delle esecuzioni della signora Rossini, ma ascoltando Carmela Remigio è difficile immaginare che la bella Isabella potesse fare di meglio.» (Dario Ascoli)
MOSÉ IN EGITTO
«Quel che fa il soprano Carmela Remigio, le cui colorature sono la manifestazione di un’urgenza espressiva prodotta dal lavoro penetrante sulla parola, sulle dinamiche e sui fraseggi che scolpiscono il suo personaggio, l’ebrea Elcìa, con accento incisivo e dal tragico patetico.» (Gregorio Moppi)
FAUST
«Carmela Remigio, sempre un po’ regina, addensa una Marguerite mai coquette, anzi severa e tragica, toccante in ogni inflessione. Quasi una Medea, per come recita, incinta, disperata, insanguinata, maledetta dal fratello… Nobile […]».
(Gian Mario Benzing)
FAUST
«Carmela Remigio, indemoniata e plagiata, mentre trasforma i tratti del viso e del gesto, da attrice consumata, oltre che sapiente dosatrice di mezzi vocali dominati con tensione incredibile, con il meglio alla fine». (Carla Moreni)
GRISELDA
«Protagonista una Carmela Remigio sempre più cantante attrice, capace di restituire con vigore espressivo sia i recitativi che le arie (alcune melodicamente davvero belle), lavorando molto sul senso della parola e della frase. Presenza magnetica, la sua, che ha in qualche modo “contagiato” anche gli altri interpreti». (Fabio Larovere)
INTERVISTE
Nell’inferno di Faust
L’opera vista dal soprano Carmela Remigio
«Miranda, fata disposta a tutto per amore»
Remigio: «La mia Mimì è una ragazza di oggi»
Carmela Remigio-Poppea: «Finalmente un happy end»
La Remigio è Poppea alla Scala
«Io, Mimì curiosa e audace»
La Remigio: «Io, Vedova bruna, donna non solo allegra»
«Ritorno nella Bologna del cuore pensando a Don Giovanni e Poppea»
Si, Donna Anna sono io e sono pazza di Don Giovanni
«Il mio Rossini è un dono d’amore»